Serie fotografica — 2020–2021
Forme nella luce. Durante il lockdown, tra marzo e maggio, ogni mattina una lama di luce filtrava dal lucernario tra le 10 e le 11:30. In quel fascio luminoso prendevano vita sagome effimere, mutevoli come macchie di Rorschach. Ho iniziato a fotografarle, lasciandomi guidare dall’immaginazione e dalla sorpresa. Ne sono nati oltre mille scatti, realizzati sempre nello stesso arco temporale, inseguendo ciò che appariva e svaniva nel giro di pochi istanti.
Intento
Questa serie non cerca di documentare un fenomeno, ma di restituire l’esperienza dello sguardo che interpreta. Ogni immagine diventa un invito a leggere e proiettare significati personali: volti, figure, paesaggi interiori.













Periodo: lockdown e mesi successivi (2020–2021).
Attrezzatura: Canon EOS 5D Mark II, obiettivo EF 24‑70mm f/2.8L II USM.
Attrezzatura: Canon EOS 5D Mark II, obiettivo EF 24‑70mm f/2.8L II USM.
Post‑produzione: minima (contrasto e neri).
Volume: oltre 1000 scatti; selezione ridotta a pochi frammenti significativi.
Come guardarla
Non ci sono titoli o didascalie: ho scelto di non guidare lo spettatore, lasciando libertà di interpretazione. Come davanti a un test proiettivo, la vera immagine è ciò che ciascuno vi riconosce.
Non ci sono titoli o didascalie: ho scelto di non guidare lo spettatore, lasciando libertà di interpretazione. Come davanti a un test proiettivo, la vera immagine è ciò che ciascuno vi riconosce.
Nota d’autore
Il termine pareidolia mi è stato suggerito da un mio amico psicologo, quando inizialmente chiamavo questa ricerca WYSIWYG (“what you see is what you get”). È diventato il modo per nominare un gioco tra caso e visione, in cui la luce e il tempo hanno dettato le regole.
Il termine pareidolia mi è stato suggerito da un mio amico psicologo, quando inizialmente chiamavo questa ricerca WYSIWYG (“what you see is what you get”). È diventato il modo per nominare un gioco tra caso e visione, in cui la luce e il tempo hanno dettato le regole.